Dopo 7 mesi di agonia l'era Caixinha è giunta al termine.
Facciamo un passo indietro, ed analizziamo a freddo cosa il portoghese è
riuscito a fare, o meglio a distruggere, durante il suo mandato.
Who's Pedro Caixinha? Presumibilmente è la domanda
che la maggior parte dei supporter dei Rangers hanno posto all'amico tifoso al
momento della sua nomina. Una scelta audace, coraggiosa quella del board dei
Rangers, uno sconosciuto, o quasi, alla guida di una squadra con un blasone
internazionale ed una storia importante alle spalle, fatta di oltre un secolo
di successi sul suolo scozzese. Una scelta che, per certi versi, assomiglia a
quelle che fecero gli odiati nemici del Celtic quando, nel 1997, affidarono la
panchina a Will Jensen, un altro semi sconosciuto, che vinse il titolo
interrompendo così la striscia vincente dei Rangers ( nove titoli consecutivi ) contro ogni pronostico ed
aspettativa.
Caixinha, lo
scorso marzo, ha iniziato in sordina, ha ereditato una squadra che non ha
costruito lui, ed ha terminato la stagione cercando di salvare il salvabile,
portando a termine il campionato in modo dignitoso ma non scintillante, e
soprattutto senza convincere a pieno.
In estate ha
rivoluzionato la squadra, ha acquistato un marea di giocatori portoghesi ed affini, ed ha lasciato
partire giocatori ( Halliday ) che si erano cuciti la maglia gers addosso. Il
calcio scozzese è distante anni luce da quello portoghese, l'intensità, la
tecnica, la tattica, il possesso palla, difficile trovare affinità.
Caixinha, con
la sua banda latina, ha rimediato figuracce storiche, vedi l'eliminazione in
Europa League contro i dilettanti lussemburghesi e la sconfitta per 1-5 nell'oldfirm.
Dulcis in
fundo ha pensato bene di epurare Miller, Wallace e Kranjca, i tre senatori
della squadra e portatori del malessere generale dello spogliatoio. Caixinha, presumibilmente, verrà
ricordato come il peggior manager
della storia dei Rangers.
Bobby Burns
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