martedì 11 luglio 2017

#Focus [2] Linfield-Celtic: storia di settarismo e calcio



Venerdì 14 luglio, allo stadio Windsor Park di Belfast, andrà in scena il match tra i nordirlandesi del Linfield e gli scozzesi del Celtic, partita valida per il primo turno di Champions League edizione 2017-18.
Derby inter britannico, o per usare un termine caro agli anglosassoni, una battle of Britain. E fin qui niente di strano, se non fosse che il Linfield rappresenta la comunità protestante dell’Ulster, mentre il Celtic rappresenta la comunità irlandese e cattolica scozzese ( e non solo ). Due mondi vicini geograficamente, ma distanti anni luce ideologicamente.
Giorno insolito per una partita di Champions League ed infatti, originariamente, la gara era fissata per il martedì precedente, se non fosse che in Irlanda del Nord la notte tra l11 e il 12 luglio è una serata "particolare", per usare un eufemismo.
Migliaia di persone, in pratica tutta o quasi la comunità protestante, si radunano intorno ad enormi falò ingerendo alcol e intonando canti politico/settari.
La particolarità di questi falò è che, all'interno di essi, vengono bruciate bandiere irlandesi, foto di leader politici/militari e simboli cattolici in genere, comprese foro del papa e crocifissi. Il giorno successivo, il 12 luglio, si celebra l'Orangemens Day. Per le vie delle città sfilano persone e simboli, tutti a richiamare l'Orange order, che celebra e ricorda la battaglia del Boyne, che nel lontano 1690 sancì la vittoria del re protestante Guglielmo dOrange sul re Giacomo II, l'ultimo sovrano cattolico a governare nelle isole britanniche. È la massima espressione del settarismo, dell'odio religioso e politico delle comunità protestante verso quella cattolica, in un paese che ha visto la fine della guerra civile tra le due fazioni meno di due decadi fa ( i famosi accordi dle venerdì santo ).
Sin dal dopo sorteggio le autorità nordirlandesi hanno comunicato alla UEFA l'impossibilità di giocare il match l’11 Luglio, non è questione di festività o quant'altro, è questione di sicurezza, perché portare una marea di bandiere bianco-verdi in città quel giorno è contro producente, o meglio dire pericoloso. Il Linfield, di fatto, è il “fratello minore” dei Rangers, molto più “cattivo” e legato alle tradizioni. Ai tifosi del Celtic sarà vietata la trasferta, il board della società bianco-verde è stato chiaro: l’incolumità dei nostri supporter è a rischio, e così niente biglietti per gli ospiti, e chiunque cercherà di raggiungere lo stadio con vessilli della squadra verrà fermato ed allontanato per questioni di ordine pubblico.
Non è solo una partita insomma, è il riproporsi di una guerra civile che ha insanguinato le strade nordirlandesi per quasi quarant'anni, solo che questa volta, fortunatamente (o almeno si spera), sarà il rettangolo verde il palcoscenico di questa infinita battaglia.
Una domanda sorge spontanea: in una Europa che vuole essere libera, pacifica e democratica come è possibile spostare un evento sportivo per permettere una manifestazione di chiaro stampo xenofobo?
Perché l'UEFA davanti a certi avvenimenti mette la testa sotto la sabbia? Ovvio, non si chiede alla massima autorità europea del calcio di cambiare il corso della storia, ma una decisione diversa dal rinvio (porte chiude per motivi di ordine pubblico) avrebbe fatto un altro effetto.

Bobby Burns

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