La roboante ed umiliante sconfitta di sabato, 6-1 per mano del Falkirk, ha posto un grande punto interrogativo sulle reali potenzialità di vittoria degli arabs.
Partita come favorita numero 1 alla promozione, dopo venti gare si ritrova a -6 dalla capolista St.Mirren, seppur con una gara in meno rispetto ai rivali.
Il licenziamento di Ray McKinnon in ottobre doveva essere il turning point della stagione ma la débâcle, inaspettata, di sabato, oltre a far infuriare i tifosi, ha posto tante domande a Csaba László, che ha ereditato la panchina dopo l'inter regno di Laurie Ellis.
La sconfitta è arrivato per mano di una squadra in piena crisi, capace prima dell'altro ieri di vincere solo due partite in campionato.
Il manager ungherese, ex Hearts, ha rinforzato la squadra con gli innesti di Craig Slater e Brandon Mason, ha chiesto tempo e fiducia, ora sta a lui risollevare prontamente la squadra e riportare il Dundee United in Premiership.
Il background di László è di tutto rispetto, se parliamo di Championship, ha già allenato in Scozia, ma un conto erano gli Hearts di quegli anni ( che puntavano in alto ), un altro conto è condurre una squadra alla promozione diretta in un campionato pieno di insidie come è la Championship.
McKinnon aveva indubbiamente le sue colpe, ma conosceva l'ambiente, conosceva i giocatori, e soprattutto era già navigato grazie alle esperienze precedenti su panchine non proprio di primo ordine.
Bobby Burns
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