venerdì 5 gennaio 2018

#CalcioStoria: il derby di Edimburgo coperto di nebbia



Il “New Year’s Edinburgh Derby”, il match che, ogni capodanno, mette di fronte le due compagini calcistiche di Edimburgo, l’Hibernian e l’Heart of Midlothian, è una tradizione che resiste da tanti anni al pari dell'oldfirm.
Entrambe le tifoserie ricordano con piacere le vittorie più larghe o match di coppa ad eliminazione diretta, ma in pochi o quasi ricordano un derby in particolare, giocato il 1° gennaio 1940.
Il contesto storico è quello della seconda guerra mondiale, con le armate britanniche affiancate a quelle francesi a contrastare la Germania nazista, e mentre al fronte si "combatte" la strana guerra, ossia le scaramucce inoffensive prima della campagna di Francia lanciata da Hitler nel maggio del 1940, in patria continua la vita di tutti i giorni, ed il calcio è un ottimo passatempo per dimenticare le difficoltà.
il 16 ottobre 1939, la Luftwaffe (l'aviazione militare tedesca), aveva intrapreso il primo raid di bombardamento contro le navi di sua maestà ancorate nel porto di Forth Bride, a circa 15 km dalla capitale; ventiquattro marinai furono uccisi e per la prima volta la città si sentì vulnerabile a dispetto dei bombardieri tedeschi.
Il preludio di quella che passerà alla storia come la "Battaglia di Inghilterra", ossia il confronto nei cieli tra l'aviazione britannica e quella tedesca, che scoppierà di li a breve, aveva già avuto le prime avvisaglie.
Torniamo al derby: la partita era in programma a Easter Road e BBC Radio avrebbe trasmesso la radiocronaca dell'incontro. A Edimburgo quel giorno c’era quella che i britannici chiamano pea souper fog, una nebbia molto fitta. La visibilità era pari a "ten feet", all'incirca tre metri ed il commentatore di quella partita, Bob Kingsley, dalla tribuna non riusciva nemmeno a vedere il campo. Ma era impensabile rimandare la partita: le autorità militari britanniche erano consapevoli che annunciare via radio il rinvio della partita, a causa della nebbia, avrebbe significato fornire preziose informazioni ai tedeschi, ed esporre così la città agli attacchi della Luftwaffe.
La partita quindi si giocò regolarmente, davanti a 14.000 spettatori infreddoliti. Leo Hunter, capo dei corrispondenti di BBC, impose a Kingsley di condurre regolarmente la radiocronaca, e per nessun motivo al mondo avrebbe dovuto menzionare il fatto che il campo fosse coperto da un fitto strato di nebbia.
Kingsley, dalla sua postazione, riusciva a vedere soltanto Gilmartin, esterno destro degli Hibs, e John Donaldson, ala sinistra degli Hearts, ma riuscì comunque a fare la radiocronaca per 90 minuti, raccontando fasi di gioco che si inventava lui stesso. Riuscì a mettere in piedi un sistema di comunicazioni tale che, attraverso informazioni comunicategli da spettatori e raccattapalle, riuscisse a tenersi aggiornato sul punteggio e sulle azioni salienti di gioco.
Sul finire del primo tempo l’Hibernian segnò la rete del 3-2, ma dagli spalti si capì poco di quello che era successo, al punto tale che alcuni spettatori invasero il campo per accertarsi dell’effettiva segnatura. Questo fatto inconsueto generò una confusione tale che l’arbitrò fischiò la fine del primo tempo erroneamente: mancavano due minuti. Rientrate negli spogliatoi per la pausa le due squadre furono richiamate in campo dal direttore di gara che, accorsosi del suo errore, fece riprender il gioco. In quei due concitati minuti gli Hearts ribaltarono il risultato, all’intervallo conducevano per quattro reti a tre. Il secondo tempo iniziò sulla falsa riga nella prima frazione di gioco, con gli ospiti che segnarono un altro gol portandosi sul 3-5. Gli hibs non si diedero per vinti, John Cuthbertson realizzò due reti, realizzando così la sua personale hat-trick, portando il risultato sul 5-5. La partita sembrava destinata al pareggio, ma a pochi minuti dal termine Tommy Walker, leggenda del club che nel secondo dopo guerra giocherà anche nel Chelsea, siglò il 5-6 definitivo. Nonostante il triplice fischio dell’arbitro che pose fine ad una delle partite più strambe nella storia del calcio scozzese, Kingsley continuò a raccontare azioni di gioco inventate anche dopo la fine della partita e si fermò solo quando vide arrivare in tribuna alcuni giocatori degli Hearts. Cercavano un loro compagno di squadra, l’ala John Donaldson, che non era rientrato negli spogliatoi insieme ai compagni. Fu ritrovato ancora in campo, mentre continuava a correre sulla fascia sinistra come se niente fosse chiamando a gran voce il pallone.

Bobby Burns

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