Il “New Year’s Edinburgh
Derby”, il match che, ogni capodanno, mette di fronte le due compagini
calcistiche di Edimburgo, l’Hibernian e l’Heart of Midlothian, è una tradizione
che resiste da tanti anni al pari dell'oldfirm.
Entrambe le tifoserie ricordano
con piacere le vittorie più larghe o match di coppa ad eliminazione diretta, ma
in pochi o quasi ricordano un derby in particolare, giocato il 1° gennaio 1940.
Il contesto storico è
quello della seconda guerra mondiale, con le armate britanniche affiancate a
quelle francesi a contrastare la Germania nazista, e mentre al fronte si
"combatte" la strana guerra, ossia le scaramucce inoffensive prima
della campagna di Francia lanciata da Hitler nel maggio del 1940, in patria
continua la vita di tutti i giorni, ed il calcio è un ottimo passatempo per
dimenticare le difficoltà.
il 16 ottobre 1939, la
Luftwaffe (l'aviazione militare tedesca), aveva intrapreso il primo raid di
bombardamento contro le navi di sua maestà ancorate nel porto di Forth Bride, a
circa 15 km dalla capitale; ventiquattro marinai furono uccisi e per la prima
volta la città si sentì vulnerabile a dispetto dei bombardieri tedeschi.
Il preludio di quella che
passerà alla storia come la "Battaglia di Inghilterra", ossia il
confronto nei cieli tra l'aviazione britannica e quella tedesca, che scoppierà
di li a breve, aveva già avuto le prime avvisaglie.
Torniamo al derby: la
partita era in programma a Easter Road e BBC Radio avrebbe trasmesso la
radiocronaca dell'incontro. A Edimburgo quel giorno c’era quella che i
britannici chiamano pea souper fog,
una nebbia molto fitta. La visibilità era pari a "ten feet",
all'incirca tre metri ed il commentatore di quella partita, Bob Kingsley, dalla
tribuna non riusciva nemmeno a vedere il campo. Ma era impensabile rimandare la
partita: le autorità militari britanniche erano consapevoli che annunciare via
radio il rinvio della partita, a causa della nebbia, avrebbe significato
fornire preziose informazioni ai tedeschi, ed esporre così la città agli
attacchi della Luftwaffe.
La partita quindi si giocò
regolarmente, davanti a 14.000 spettatori infreddoliti. Leo Hunter, capo dei
corrispondenti di BBC, impose a Kingsley di condurre regolarmente la
radiocronaca, e per nessun motivo al mondo avrebbe dovuto menzionare il fatto
che il campo fosse coperto da un fitto strato di nebbia.
Kingsley, dalla sua
postazione, riusciva a vedere soltanto Gilmartin, esterno destro degli Hibs, e
John Donaldson, ala sinistra degli Hearts, ma riuscì comunque a fare la
radiocronaca per 90 minuti, raccontando fasi di gioco che si inventava lui
stesso. Riuscì a mettere in piedi un sistema di comunicazioni tale che,
attraverso informazioni comunicategli da spettatori e raccattapalle, riuscisse
a tenersi aggiornato sul punteggio e sulle azioni salienti di gioco.
Sul finire del primo tempo
l’Hibernian segnò la rete del 3-2, ma dagli spalti si capì poco di quello che
era successo, al punto tale che alcuni spettatori invasero il campo per
accertarsi dell’effettiva segnatura. Questo fatto inconsueto generò una confusione
tale che l’arbitrò fischiò la fine del primo tempo erroneamente: mancavano due
minuti. Rientrate negli spogliatoi per la pausa le due squadre furono
richiamate in campo dal direttore di gara che, accorsosi del suo errore, fece
riprender il gioco. In quei due concitati minuti gli Hearts ribaltarono il
risultato, all’intervallo conducevano per quattro reti a tre. Il secondo tempo
iniziò sulla falsa riga nella prima frazione di gioco, con gli ospiti che
segnarono un altro gol portandosi sul 3-5. Gli hibs non si diedero per vinti, John Cuthbertson realizzò due reti, realizzando così la sua
personale hat-trick, portando il risultato sul 5-5. La partita sembrava
destinata al pareggio, ma a pochi minuti dal termine Tommy Walker, leggenda del
club che nel secondo dopo guerra giocherà anche nel Chelsea, siglò il 5-6
definitivo. Nonostante il triplice fischio dell’arbitro che pose fine ad una
delle partite più strambe nella storia del calcio scozzese, Kingsley continuò
a raccontare azioni di gioco inventate anche dopo la fine della partita e si
fermò solo quando vide arrivare in tribuna alcuni giocatori degli Hearts. Cercavano
un loro compagno di squadra, l’ala John Donaldson, che non era rientrato negli
spogliatoi insieme ai compagni. Fu ritrovato ancora in campo, mentre continuava
a correre sulla fascia sinistra come se niente fosse chiamando a gran voce il
pallone.
Bobby Burns
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